ALBINO BERNARDINI, MAESTRO DI SINILANDIA

ALBINO BERNARDINI, MAESTRO DI SINILANDIA

ANTONELLO PIPERE

Rileggendo il  saggio di Giuseppe  Guzzo dopo alcuni anni  dalla  pubblicazione, si può comprendere meglio la complessità e l’importanza dell’opera di Albino Bernardini, originario di Siniscola, o Sinilandia, come calvinianamente  amava  denominare il paese di origine in uno dei suoi più noti racconti per ragazzi. In quel breve saggio del 2007, strutturato come una tesi di  laurea, tra vita e illustrazione di opere, tra contesto e raccolta di  documenti, abbiamo anche un esauriente excursus biografico da cui si desume un profilo chiaro del maestro di Pietralata e da dove traspare  la straordinarietà di un’opera per molti versi ancora poco nota e sorprendente, per la prolissità dei testi pubblicati e  la profondità pedagogica. Più nota al grande pubblico di lettori è la trilogia (Le Bacchette di Lula, Scuola nemica, Un anno a Pietralata), ma meno noti La supplente, Viaggio nella scuola sovietica, come d’altronde i tantissimi articoli pubblicati nei quotidiani e nelle riviste, la fittissima corrispondenza con le scuole, con altri maestri e teorici dell’educazione e con gli studenti di numerosi istituti scolastici italiani. A corroborare l’importanza e il ruolo di Bernardini nella storia della pedagogia italiana vi è anche la laurea ad honoris in Scienze della formazione primaria (2005) e il Premio Gramsci (2007) assegnato dalla grande Nereide Rudas, insieme a Maria Lai, Giovanni Lilliu, Francesco Masala: come dire il Pantheon della cultura sarda della seconda metà del Novecento. E ancora, vi è da ricordare quell’auspicato (da Bernardini), “itinerante”, premio letterario per l’infanzia, istituito a Olzai, essendo in vita l’autore, con una felice edizione a Siniscola, proseguito e attualmente in corso a Dorgali.

               

Il maestro Bernardini, a distanza di 6 anni dalla scomparsa, meriterebbe a questo punto un convegno di studi per chiarirne meglio la formazione, la pregnanza biografica di alcuni momenti, i caratteri innovativi delle opere citate (la trilogia citata, la corrispondenza, gli articoli e i numerosi scritti pubblicati). Esiste peraltro una bibliografia di primordine per evidenziarne il rilievo, la sua collocazione nella storia della pedagogia e della scuola italiana: oltre a Guzzo, Gianni Rodari, Tullio de Mauro, Ugo Collu. Il convegno di studi potrebbe essere  l’occasione per comprendere  quale attualità rivestono i suoi scritti e quanto nelle pratiche didattiche la scuola  italiana  deve  a quelle innovazioni, o  per capire, all’opposto, quanto invece non è stato  scalfito  nei metodi, rispetto a un’impostazione tradizionale,  in un contesto normativo che sembra  procedere tra grandi salti in avanti e grandi  ritorni indietro, spesso con il prevalere della  routine burocratica e dell’ordinarietà delle procedure.  

                                          

La grandezza di Bernardini sta nell’aver saputo coniugare la sua professione di maestro e di educatore in un contesto sociale incerto, caratterizzato da percentuali altissime di analfabetismo e in un momento di profonda sfiducia nell’istruzione successivo alla seconda guerra. Sono gli anni in cui la vicenda professionale si svolge contemporaneamente all’approfondimento teorico sui testi di Makarenko, Dewey, Freire, e con relazioni strettissime con autori come Danilo Dolci e con il Movimento di Cooperazione Educativa e  con  Gianni Rodari.

Presentano un certo interesse anche gli aspetti biografici che brevemente il testo di Guzzo rievoca per alcune fasi significative, come i primi anni giovanili  vissuti a Siniscola, la militanza politica nel partito comunista, la  partecipazione alla seconda guerra mondiale nella penisola balcanica, l’arresto a Bortigali nel secondo dopoguerra,  e poi le grandi esperienze di Lula, Bitti, Pietralata, in Russia. Si tratta di momenti fondamentali per la formazione del maestro la cui impostazione metodologica può considerarsi sempre attuale  e ricca di spunti didattici ancora utili nella pratica dell’insegnamento.

               

Bibliografia  essenziale su Albino Bernardini

Giuseppe Guzzo, Da Lula a Pietralata, Rubbettino, Catanzaro 2007.

Tullio de Mauro, Scuola  e civiltà, in Un anno a Pietralata e La scuola Nemica, Ilisso, Nuoro 2004, pp. 21-27

Gianni Rodari, Scuola e civiltà, in La scuola nemica, La Nuova Italia, Firenze 1968.

Ugo Collu, Albino Bernardini, L’Uomo, il Maestro, in Concretizzare i sogni, Rivista Rotariana, Siniscola, giugno 2009, pp.61-66.

Bibliografia di Albino Bernardini

Un anno a Pietralata La Nuova Italia, Firenze, 1968

Le bacchette di Lula, La Nuova Italia, Firenze 1969

La Supplente, La Nuova Italia, Firenze 1975

Diventare  maestri, La Nuova Italia, Firenze 1975

La scuola nemica, Editori, Riuniti Roma 1973

Viaggio nella scuola sovietica, Ed.Celebres,  Palermo 1977

Un viaggio lungo trent’anni tra i bambini  e i ragazzi  della scuola italiana, Ed. il Castello,  Cagliari 1996

Bobbi va a scuola, Eri Junior, Torino 1981

Uno strano compagno di scuola, Eri, Torino 1987

Disavventure di un povero soldato, Edizioni Scolastiche Walk Over, Bergamo 1988

Le avventure di Grodde, Editori Riuniti, Roma1989

Tante storie sarde, Ed. Castello, Cagliari 1991

La banda del bolide, Editrice Dattena, Cagliari 1991

Storie di gente comune (con Tonino Mameli), Ed. Castello, Cagliari 1993

Il Palazzo delle Ali et ateros contos, Condaghes, Cagliari  1995

Un viaggio lungo trent’anni, Ed. Castello, Cagliari 1996

Eppure gli volevo tanto bene!, Casa Editrice Kimerik,  Patti 2009

Tre ragazzi e un cane… e altri racconti, Casa Editrice Kimerik, Patti 2010

Un secolo di memorie, Casa Editrice Kimerik,  Patti 2011

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