I DISCORSI PARLAMENTARI DI LUIGI OGGIANO

I DISCORSI PARLAMENTARI DI LUIGI OGGIANO

LA POLITICA COME METODO E BASE MORALE

ANTONELLO PIPERE

 

Tra gli scritti di Oggiano risultano alcuni interventi giornalistici e testi di carattere politico scritti a partire dagli anni Quaranta del secolo scorso intorno all’autonomia e al sardismo. Nella documentazione censita risulta di un certo rilievo la corrispondenza e i diversi testi raccolti nel lascito Oggiano ancora in fase di catalogazione nella Casa Oggiano del Comune di Siniscola.

 I Discorsi Parlamentari, pubblicati nel 2021 nel volume, Luigi Oggiano, L’autonomia è intelligenza, riuniscono in un corpus unitario gli interventi effettuati in qualità di senatore nei cinque anni della prima legislatura tra il ’48 e il ’53, già pubblicati in volumetti sparsi editi un ordine cronologico e per filoni tematici a cura del Senato della Repubblica. I Discorsi, come nella riedizione critica della tesi di laurea, La Baronia di Posada, sono preceduti da articoli inediti, di Antonello Pipere, Gian Luca Scroccu, Salvatore Cubeddu, Giovanni Strinna, Guido Melis e Aldo Borghesi.

L’idea di pubblicare i Discorsi in una nuova veste tipografica rientra negli obiettivi promozionali e di carattere divulgativo del Centro Studi intorno alla figura del senatore Oggiano e nell’idea di rilanciarne l’opera e il pensiero anche nella considerazione di una loro profonda attualità.  Come è stato ampiamente osservato nel profilo intellettuale di Oggiano sono riscontrabili i valori politici della coerenza, dell’onestà intellettuale e del rigore etico, che attraversano la sua esistenza di uomo politico e di avvocato, insieme a una matura sensibilità per la soluzione dei problemi sociali della Sardegna. Allo stesso tempo risaltano in momenti diversi la discrezione e la riservata misura nelle relazioni, nel proporsi con autentica generosità verso i suoi concittadini sardi o compagni di partito, senza ostentazioni o compiacimenti personalistici. Infatti, colta in una prospettiva diacronica, quella di Oggiano appare come una presenza discreta e attiva nella vita politica sarda del primo cinquantennio del secolo scorso, manifestata con un senso di fratellanza e di umanità. Su questi ultimi aspetti che attengono alla dimensione umana e politica influisce quell’umanitarismo giovanile intriso di illuminismo e di mazzinianesimo che gli derivava da una primissima formazione liceale e da un vissuto familiare dominato dalla figura del padre, saggio e umilissimo contadino della Baronia, pranoterapeuta, vissuto in un contesto di relazioni umane fortemente caratterizzate da fraterna vicinanza e da rispettosa socialità.

UN OSSERVATORIO SPECIALE

Raccogliere in un volume unico i Discorsi Parlamentari di Oggiano significa proporre all’attenzione dei lettori dei testi che presentano al fondo unitarietà di ideali e di valori umani e politici. Oggiano era nato a Siniscola nel 1892. Tra la prima formazione e l’esperienza parlamentare ci sono gli anni sassaresi di frequenza nel liceo Azuni, della laurea in giurisprudenza, dell’incontro con Bellieni, Attilio Deffenu, poi l’esperienza della prima Guerra mondiale e successivamente il ritorno a Nuoro nel primo dopoguerra e l’inizio della carriera professionale, a cui seguono le frequenti incursioni di carattere politico nei territori come organizzatore e direttore del Movimento dei Combattenti, la difficile esperienza di direttore del Partito Sardo, con Mastino, Lussu e Giacobbe; non meno importanza rivestono gli anni del Ventennio trascorsi sempre a Nuoro, insieme agli amici dell’antifascismo silenzioso e militante “degli avvocati” insieme all’ amico Pietro Mastino, a Gonario Pinna e a Titino Melis.  Infine risalta la fase del ritorno alla democrazia dopo il ’45, quando Oggiano propone con rinnovato impegno la visione di uno statuto sardo e di una decisa autonomia, sullo sfondo di una lacerante dialettica interna nel Partito Sardo, infine con gli incarichi amministrativi di responsabile del Consorzio di Bonifica e nell’ospedale san Francesco di Nuoro e quello ventennale di Presidente dell’Ordine degli Avvocati nel Foro di Nuoro. Tutte queste esperienze sembrano convergere unitariamente verso un osservatorio speciale dal quale Oggiano poteva vedere e conoscere la Sardegna dell’epoca, una sorta di palcoscenico privilegiato da cui osservare minuziosamente i problemi della sua Isola nell’attività di senatore. In questo quadro gli interventi parlamentari rappresentano il pensiero di un uomo con una raggiunta maturità, con una personale coscienza storica, umana, politica e civile e costituiscono la sintesi di un percorso ideale che si completerà alla fine degli anni ’60 con l’allontanamento definitivo dalla vita politica.

I TEMI SOCIALI

I temi più ricorrenti affrontati nei Discorsi Parlamentari sono l’agricoltura, la giustizia, i trasporti, la viabilità in Sardegna, la fiscalità, le pensioni di guerra. Ma nelle varie digressioni che li caratterizzano, esposti con pacata oralità nel silenzio dell’aula, sono frequenti i richiami all’autonomia e all’emigrazione, oltre ad altri aspetti che attengono al pensiero ideale e politico.  A una lettura poco attenta di questi interventi, si potrebbe riduttivamente pensare a un elenco di problematiche sociali, per molti aspetti superate dai tempi, portate all’attenzione dei parlamentari del senato. In realtà, al fondo di quel periodare lento, garbato allo stesso tempo e prolisso di argomentazioni, si celava un’attitudine alla riflessione, alla misura nelle relazioni, sempre rafforzata dall’esperienza, dal richiamo ai casi specifici, anche quando, come in molte occasioni, era chiaro, e necessario, esprimere il dissenso. In questa direzione i Discorsi Parlamentari rivelano uno stile e un’angolazione profondamente differenti rispetto agli inteventi parlamentari di Emilio Lussu, dove invece, con altro temperamento, prevale l’immediatezza e l’argomentazione sottilmente affilata dello scrittore e dell’uomo d’azione.

L’ANTIRETORICA E LA REALTA’ DELL’ISOLA

Nei Discorsi si manifesta inoltre un tratto fondamentale di Oggiano: il rifiuto della retorica, del “frastuono inconcludente delle parole”, delle parole di circostanza.  Questa visione antiretorica, non demagogica dell’azione politica, riaffiora in momenti diversi e curiosamente è dichiarata da un avvocato come Oggiano che è stata una delle più valenti figure di avvocati nuoresi, abilissimi oratori, attenti conoscitori dei rapporti tra il mondo agropastorale e la giustizia. Allo stesso tempo l’antiretorica è ravvisabile come un bisogno di concretezza, di immediatezza e tempestività nella risoluzione dei problemi sociali, da parte di chi auspicava un ritorno deciso alle riforme a favore della Sardegna, dei Sardi e del Meridione e dove, secondo il senatore, era un “obbligo morale” intervenire con decisione a favore dei trasporti, di una migliore viabilità, di un fisco e di una giustizia più equi. E in queste pagine dei Discorsi la conoscenza del mondo sardo, specialmente agricolo, appare precisa, nitida, direttamente calata nelle diverse microrealtà della Sardegna. Questa lettura “ravvicinata” dei problemi sociali, era forse la risposta più adeguata a quell’accusa di provincialismo rivoltagli da Lussu, di un’esperienza umana e politica vissuta esclusivamente nel consueto percorso tra “Siniscola-Nuoro; Nuoro-Siniscola”. In quella distanza, costellata di microrealtà agricole e pastorali, secondo Oggiano era possibile “vedere” e conoscere a fondo i problemi dell’Isola, senza quella conoscenza non potevano esserci interventi mirati e efficienti, migliorativi delle condizioni di vita del popolo sardo. In questa luce anche le norme e le disposizioni legislative dovevano essere d’immediata comprensione, accessibili nella loro espressione formale, perché si rivolgevano anche a classi sociali dove erano maggiori le difficoltà di lettura e di comprensione. E qui, ancora una volta, è ravvisabile l’attualità della lezione politica di Oggiano: solo con la conoscenza del locale si può trovare il modo per comprendere l’universale. Questa paziente attitudine all’osservazione e alla compresione anche dei meccanismi legislativi più complessi era l’unica modalità che potesse riscattare la Sardegna e il Meridione dal sottosviluppo, così come era già avvenuto nelle realtà più ricche del Paese:  “I problemi locali sono una parte di quelli generali. Il problema generale è la somma dei problemi particolari. Come in un quadro di cui si vede il generale ma bisogna considerare anche i punti e gli aspetti più piccoli, i particolari che compongono la composizione, l’insieme”.  Dalla conoscenza della realtà locale era possibile pervenire a quella generale di una regione o di un paese. Per cui secondo Oggiano bisognava insieme “saper vedere il particolare e il generale”.

LA CONOSCENZA DEI TERRITORI

    Le fonti di questa preparazione minuziosa, che in alcuni momenti traspare anche con intenti pedagogici verso lavoratori agricoli, erano le riviste tecniche, settoriali, che giungevano a Nuoro nello studio di via Dante, dove d’altronde  giungevano anche i resoconti orali dei contadini e dei pastori che raccontavano le proprie condizioni di lavoro nelle numerose cause legali; in più vi era la visione diretta, che proveniva da un vissuto professionale e politico che lo aveva posto a contatto con le diverse realtà sparse nell’Isola a partire dal primo dopoguerra e dai primi anni di lavoro presso l’Ufficio delle Imposte di Tempio. 

Nel senatore c’era la consapevolezza delle condizioni di arretratteza in cui versava del settore agricolo sardo, dove era osservabile la perpetuazione di pratiche scarsamente produttive. In questa attenzione per la realtà rurale il politico Oggiano sottolineava l’importanza della formazione, del cooperativismo, delle scuole professionali, dei centri di avviamento, delle aziende sperimentali, dei viaggi esperienziali nelle aziende del nord Italia a favore dei contadini baroniesi e sardi, per un miglioramento che poteva avvenire attraverso la conoscenza diretta dei metodi di conduzione in realtà economicamente più progredite e di cui si sarebbe avvantaggiata l’intera Sardegna.

LA BASE MORALE E L’ANALISI PLURIDISCIPLINARE DEI PROBLEMI SARDI

   In questa prospettiva il parlamentare sembra proporre un vero e prorio metodo di analisi nell’azione politica e di amministrazione. Infatti nell’analisi di Oggiano i problemi andavano affrontati da angolazioni diverse: morali, politiche, sociali, giuridiche, tecniche.  Alla base di questa osservazione pluridisciplinare affiora il costante il richiamo alla “base morale”, a un alto dovere morale della politica, da parte delle rappresentanze dello stato nei confronti dei cittadini e di quelle regioni meno sviluppate, dove gli interventi pubblici volti al progresso sociale erano necessari perché questi erano da  considerarsi un “dovere morale” nei confronti dei cittadini. In questo senso anche gli interventi pubblici migliorativi, come nel caso dei trasporti, secondo Oggiano non andavano valutati solo da un punto di vista ragioneristico. Come nel caso della linea ferroviaria che  avrebbe dovuto unire Nuoro a Orosei, Siniscola e Olbia, che anche una semplice analisi dei costi avrebbe potuto reputare non conveniente, ma che secondo Oggiano bisognava valutare attentamente dal punto di vista dell’utilità sociale e del progresso  arrecabile alle popolazioni,  anche qui per una sorta di giustizia  sociale, di equa compensazione a favore di quelle aree sottosviluppate rispetto a quelle che avevano da tempo conosciuto forme maggiormente avanzate di progresso.

In questo senso l’osservazione di Oggiano rivela accenti accorati di profonda comprensione per le zone marginali, periferiche. Al centro di questa visione c’era l’idea della profonda e secolare ingiustizia sociale vissuta dai sardi, che bisognava in qualche modo porre sempre al centro delle questioni nazionali.  Quale Sardegna si profilava nella visione del parlamentare siniscolese? La Sardegna di Oggiano non è la Sardegna dei “luoghi comuni”, dei viaggi dei rotariani tra la costa e la visita turistica nelle zone interne, ma è la Sardegna dei problemi sociali, della povertà secolare, del lavoro mai adeguatamente ripagato dei pastori e dei contadini. Da questo punto di vista è interessante notare la diversa percezione dell’intellettuale sardo rispetto a un immaginario esotico sull’Isola che si andava sempre più affermando con la divulgazione della letteratura di viaggio e successivamente con l’avvento del turismo di massa in Sardegna. La Sardegna nella consapevolezza dell’uomo politico è quella di un’Isola ancora profondamente arretrata, ingiustamente trascurata nonostante il contributo dei Sardi profuso alle cause nazionali in più occasioni storiche.

In conclusione è proprio con la comprensione di questi diversi aspetti che il lettore potrà cogliere meglio un pensiero politico maturo che può essere ancora utile e attuale, specialmente in virtù di una sua originale diversità rispetto ai modi e alle modalità della prassi politica corrente.

 

 

 

 

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